LO SPERONE CALCANEARE

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Lo sperone calcaneare è una patologia per sua natura invalidante e molto diffusa anche se spesso misconosciuta; caratterizzata da un dolore acuto nella zona del tallone ed una deambulazione faticosa. Stiamo parlando di quella che fondamentalmente è una entesopatia calcifica della fascia plantare, ossia una importante sofferenza dell’inserzione tendinea della fascia plantare sulla porzione inferiore del calcagno di natura calcifica. La calcificazione è una risposta fisiologia organica ad i numerosi microtraumatismi in questa zona; può generarsi, ad esempio, se l’appoggio del piede durante la deambulazione è alterato e ciò causa un’infiammazione attraverso una sollecitazione continua della fascia plantare al punto d’inserzione sul calcagno. Questa sindrome può sviluppare dolori tanto forti da impedire di camminare e genera un dolore vivo alla palpazione nel centro del tallone. A volte la spina è asintomatica : da alcuni studi risulta che ogni 10 persone che presentano all’RX tale patologia, 2 non lamentano una sintomatologia dolorosa. Per chi pratica sport, invece, la presenza della spina fa aumentare considerevolmente le probabilità d’infiammazione della fascia plantare che s’inserisce sul tallone, con conseguente dolore acuto. Oltre agli sportivi, specie i giovani che sottopongono ad eccessivi carichi funzionali il piede, ne soffrono di più gli uomini over 40, specie se in sovrappeso. L’evoluzione è benigna e non causa deformità, tuttavia la guarigione può essere lenta e può richiedere un lungo ciclo fisioterapico.

LE CAUSE:

Il dolore, come già detto, si organizza in quanto la fascia plantare è troppo tesa e s’infiamma. Subito sotto la pelle infatti, la struttura fibrosa e connettivale tra tallone e dita della fascia assicura con la sua tensione l’arcata plantare del piede, ma se troppo tesa come nei piedi cavi o troppo sollecitata come in chi fa sport o ha problemi posturali statici o dinamici, deforma il suo punto d’ancoraggio al tallone fino a formare la spina.
Quest’ultima si genera proprio per le trazioni del tendine di Achille o della fascia plantare sul periostio del calcagno in quanto questi movimenti favoriscono la formazione di nuovo tessuto osseo per riparare le microlesioni. Quello appena descritto è in realtà un meccanismo abbastanza comune alle entesiti o alle microlesioni dei corpi tendinei, l’organismo tenta la riparazione con la deposizione di cristalli di calcio che poi, accumulandosi, vanno a formare la calcificazione. Questa patologia può derivare anche da affezioni sistemiche e metaboliche come l’artrite reumatoide, la gotta, le collagenopatie e le patologie reumatiche in genere. Secondo alcune ricerche, inoltre, tra le cause possono esservi anche problemi nel metabolismo dell’acido urico, ma anche l’aver indossato per molto tempo calzature  inadatte, rigide e di scarsa qualità.

IL TRATTAMENTO:

La prima cura sono il ghiaccio ed il riposo funzionale, essendo questa un patologia strettamente legata alle sollecitazioni meccaniche ed ai sovraccarichi funzionali. Se il dolore è davvero inarrestabile, si può ricorrere ad infiltrazioni locali di derivati cortisonici ed anestetici; inoltre, per far si che le sollecitazioni meccaniche vengano meno, è necessario ricorrere all’uso di un plantare che scarichi il piede.
Quest’ultimo serve per sostenere correttamente il piede, ridurre la tensione sulla fascia ed il peso sul punto dolente. Il plantare giusto per questo tipo di disturbo dev’essere quindi in materiale semirigido per dare origine a parti di scarico del dolore (in concomitanza della spina) e a parti di sostegno (in concomitanza con la fascia plantare).
Imprescindibile è il trattamento fisioterapico, che prevede terapia antalgica come Ipertermia, Tecar, Laser ad alta potenza e Onde d’Urto (RSWT). Stretching della fascia, bendaggio di scarico della pianta (Taping Neuro Muscolare) e manipolazioni fasciali ed osteopatiche per ridurre le tensioni e permettere la corretta biomeccanica articolare del piede.

 

fonte: www.phisiovit.it